Le mie parcelle
In Patois, variante dialettale della lingua franco-provenzale parlata in Valle d’Aosta, La Plantze significa «terrazzamento».
«Terrazzamenti» sono, di fatto, le vigne che occupano le mie giornate lavorative: fazzoletti di terra spesso tenuti in piedi da muretti di pietra a secco, tipici della Valle d’Aosta, che s’inerpicano per pendii anche molto scoscesi, ad altitudini che variano tra i 600 a 1000 metri.
Ogni terrazzamento costituisce una parcella da cui da cui si ottengono poche centinaia di bottiglie, frutto di fatiche quotidiane: è faticoso anche solo raggiungere le vigne, pensate cosa significa coltivarle, tenerle in ordine e, soprattutto, rispondere alle sfide del rigido ambiente di montagna.
I terrazzamenti che coltivo sono «parcelle» anche perché “parcellizzati” al loro interno, ovvero divisi in filari di diversi vitigni, secondo l’antico uso contadino piantare più varietà in uno stesso appezzamento per favorirne la resilienza ecosistemica, cioè la sopravvivenza.